Questione clinker e scorie da inceneritore


Pubblicato il 15 Luglio 2015

La gestione del clinker nelle cementerie; quando è un prodotto naturale e quando, invece, è composto da scorie pesanti provenienti dai processi di incenerimento? I Medici per l’Ambiente di Isde Italia chiedono chiarezza.

Medici per l’ambiente – Isde Italia, insieme all’Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma e Medicina Democratica Onlus, chiedono insistentemente, ormai dall’inizio dell’anno, alle autorità competenti, di rispondere riguardo all’attività di recupero scorie derivanti dagli inceneritori, sul loro utilizzo per la produzione di clinker e sulla conformità di tali pratiche rispetto ai Regolamenti Europei.

Le tre organizzazioni hanno inoltrato sia a febbraio, che ad aprile, che a giugno 2015 alcune circostanziate lettere di richiesta al Ministero dell’Ambiente, al Ministero della Salute, a svariate ASL del centro e nord Italia, per ottenere le adeguate informazioni sui temi sollevati, ma ad oggi non hanno ricevuto alcuna risposta in merito.

In particolare, l’attenzione di Isde Italia e delle altre associazioni, si è concentrata sul recupero delle scorie da inceneritori e sul loro utilizzo nella produzione del clinker (costituente principale del cemento) per la quale, fra l’altro, vengono utilizzate svariate e significative quantità di rifiuti, anziché materie prime naturali.

Il Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals è un regolamento entrato in vigore il 1° giugno 2007 che ha come obiettivo quello di migliorare il precedente quadro legislativo in materia di sostanze chimiche dell’Unione Europea) esclude dall’obbligo di registrazione alcune sostanze “presenti in natura” e “non modificate chimicamente”, cioè “la cui struttura chimica rimane immutata anche se è stata soggetta ad un processo o trattamento chimico”. Il clinker ricadrebbe fra le sostanze che possono beneficiare  dell’esenzione dalla “registrazione REACH” sul presupposto che viene ottenuto da materie prime naturali, come argilla, calcare, bauxite ecc…

Ciò appare in contrasto con quanto avviene abitualmente nei cementifici, ove, in parziale sostituzione delle materie vergini che compongono la farina cruda, vengono utilizzate le scorie pesanti dei processi di incenerimento e svariate altre tipologie di rifiuti.

Quindi, nel caso in cui il clinker venga prodotto dal cementificio utilizzando scorie da inceneritore o altre tipologie di rifiuti, non sembrano mantenuti i criteri per l’esenzione dalla registrazione di questa sostanza , applicabili, invece, al clinker prodotto a partire esclusivamente dalla farina cruda.

Inoltre, clinker e cemento dovrebbero essere sottoposti ad adeguati controlli di natura ambientale, igienica e sanitaria che tengano conto delle materie prime da cui sono ottenuti (i rifiuti) e dei rischi effettivi per l’ambiente e per la salute (es.: rilascio di tutti i metalli pesanti) e non semplicemente limitarsi alla verifica di alcuni parametri (es.: cromo VI). Tali controlli dovrebbero riguardare anche quanto potrà avvenire al termine del ciclo di vita di questi prodotti.

Analogamente a quanto sopra, anche nell’ambito del recupero delle scorie da inceneritore, le richieste rivolte ai Ministeri ed ai diversi Enti, riguardano la conformità delle pratiche abitualmente utilizzate rispetto ai Regolamenti (CE) n. 1907/2006 “REACH”, n. 1272/2008 “CLP” e n. 305/2011 “CPR”, le autorizzazioni AIA che le consentono in assenza, nella maggior parte dei casi, di prescrizioni relative controllo ambientale e sanitario sui prodotti ottenuti, con riguardo anche al termine del loro ciclo di vita, ed al divieto di diluizione di sostanze pericolose ex art. 187 del D.Lgs 152/2006.

In conclusione, Medici per l’ambiente – Isde Italia, l’Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma e Medicina Democratica Onlus, chiedono “di conoscere se sia ammissibile che le aziende cementiere, autorizzate a svolgere attività di recupero rifiuti, possano operare in assenza della registrazione prescritta dalla “normativa REACH” per poter utilizzare o immettere sul mercato il clinker ottenuto dalla farina cruda, realizzato con scorie da inceneritore e/o miscele di sostanze ottenute dalle medesime e/o da altri rifiuti e, in ogni caso, di voler verificare la pericolosità di un siffatto uso. Infatti, le predette considerazioni e i richiamati principi comunitari, costituzionali e legislativi assumono particolare importanza in relazione alla riconosciuta pericolosità propria della gestione delle cementerie, che induce a postulare come assolutamente necessario adottare criteri di estrema prudenza e di responsabilità in ogni scelta che possa incidere sullo stato di situazione e aggravarne gli effetti inquinanti.

Analoghe richieste sono state poste anche in merito alle attività di recupero delle scorie da inceneritore, al rispetto dei Regolamenti (CE) REACH, CLP e CPR, all’assenza di prescrizioni autorizzative in materia di controllo ambientale e sanitario sui prodotti ottenuti ed al divieto di diluizione di sostanze pericolose.

Le associazioni restano in attesa di un urgente riscontro da parte delle autorità competenti e si impegnano, inoltre, a tenere informati i cittadini su questo importante caso che deve essere costantemente monitorato. Nella speranza che si possa fare chiarezza sui temi sollevati per la tutela delle persone e dell’ambiente.

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