ISDE Italia sui PFAS


Pubblicato il 11 Ottobre 2017

I valori limite proposti dalla Regione Veneto per le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) non sono, non possono e non devono essere considerati come protettivi per la salute umana.

Per le PFAS, come per molte altre sostanze tossiche e cancerogene, non è ancora stato chiarito il livello minimo di concentrazione, nelle acque ad uso umano come nelle altre matrici fondamentali per la vita, che possa essere considerato “innocuo” in termini sanitari.

Tale evidenza scientifica assume particolare rilievo per le fasce di popolazione maggiormente a rischio (età pediatrica, gravidanza) e esposte cronicamente, anche considerando le conseguenze del bioaccumulo e le inevitabili interazioni con altre sostanze inquinanti presenti nelle matrici ambientali.

Pertanto, nel rispetto dei principi di precauzione e di prevenzione e indipendentemente dai limiti imposti dalla legge, la concentrazione di PFAS nelle acque dovrebbe tendere a zero.

Questo obiettivo deve essere perseguito mettendo in atto tutte le azioni efficaci per garantire  da subito acque salubri e pulite alle Comunità esposte ma anche, a monte e nel rispetto del principio di prevenzione primaria, evitando in ogni modo (eventualmente anche con specifiche disposizioni legislative) la stessa produzione di queste sostanze tossiche per l’ambiente e per la salute umana e la loro potenziale immissione nell’ambiente.

Tali misure devono essere considerate le uniche in grado di ridurre il livello di rischio per la salute pubblica e di evitare un ulteriore aggravamento della già critica situazione esistente.

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