L’ONU e l’Italia dei veleni


Pubblicato il 25 Febbraio 2022

inquinamento

L’INQUINAMENTO AMBIENTALE, GLI INCENDI, L’INTERRAMENTO DI SOSTANZE TOSSICHE SONO UN DANNO PER LA SALUTE: ECCO COSA POSSIAMO E DOBBIAMO FARE.

Non createvi false illusioni: l’inquinamento non è un problema solo dell’Italia o di diverse aree europee, ma di tantissime aree della nostra terra che lasciamo in eredità ai nostri figli.

L’industrializzazione ed il progresso tecnologico hanno, senza dubbio, contribuito alla crescita economica della nostra società, ma  sono stati anche causa dell’incremento dei rifiuti tossici sversati senza regole e remore nel suolo , nei fiumi, nei laghi e nell’aria che respiriamo, inquinando gli ambienti in cui viviamo e creando un serio pericolo per la nostra salute.

Questa problematica è stata affrontata con Marcos Orellana, Special Rapporteur Onu per le sostanze tossiche e i diritti umani, in seguito alla sua missione in Italia per valutare l’inquinamento da Pfas in Veneto, la Terra dei Fuochi in Campania e l’ex Ilva di Taranto.

Le sostanze tossiche vengono assorbite, involontariamente ed inconsciamente, dagli abitanti prevalentemente con l’inalazione, l’ingestione ed il contatto e sono eliminati solo parzialmente con le feci, la diuresi, la sudorazione e le varie secrezioni, latte materno compreso. La pericolosità è data dal loro bioaccumulo nei diversi organi ed apparati, a volte rapido nelle forme acute, ma spesso lento e progressivo. L’organismo, per effetto della continua e costante esposizione, spesso non riesce a disintossicarsi ed eliminare autonomamente tutte le tossine. Pertanto, la sovraesposizione comporta un accumulo che genera lesioni di organi o apparati lente e progressive, con successiva disfunzione dell’organo.

Una disamina sulle varie forme di inquinamento ambientale , sempre più diffuso, ci induce a riflettere sull’impossibilità di sfuggire al rischio del danno da inquinamento ambientale.

In parte quest’assunto è vero e lo dimostra anche la longevità degli abitanti di alcuni siti ed isole incontaminate. Ma, la domanda da porsi non è “se possiamo evitare le malattie da inquinamento, bensì come possiamo prevenirle“. La sfida che ci attende consiste nel riuscire ad anticipare l’insorgenza delle diverse malattie nonché dei tumori, ovvero anticipare la loro manifestazione clinica. Infatti se alla diagnostica strumentale si affiancasse anche la ricerca dei metalli pesanti, delle diossine, degli IPA, dei furani, presenti nelle diverse matrici biologiche si potrebbe avviare un programma di diagnosi precoce di diverse sintomatologie e malattie da sostanze tossiche, individuando i soggetti a “rischio” in modo da anticipare l’insorgenza. Inoltre, definire quali sono le sostanze tossiche, e in quale percentuale, sono presenti nei pazienti affetti dalle diverse malattie e residenti nei territori che presentano un ‘elevata morbilità, consentirebbe di individuare anche le sostanze tossiche presenti in quei territori nonché il livello di inquinamento. Queste indagini permetterebbero non solo di prevenire l’insorgenza della malattia, ma anche di attuare una terapia mirata ed una successiva politica di recupero degli ambienti e dei territori inquinati.

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Dr. Pasquale Ruffolo
Presidente ISDE, Sezione Pompei
Esperto di malattie da inquinamento ambientale, già Ordinario Istituto Nazionale dei Tumori IRCSS “G.PASCALE”-NAPOLI
Specialista in chirurgia torace-polmonare e in endocrinochirurgia
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