Massorondinaio: non c’è pace per i cittadini della zona.


Pubblicato il 23 Novembre 2020

Non c’è pace per i cittadini residenti nella zona vicino allo stabilimento di Massorondinaio a San Piero a Sieve.

In questi anni innumerevoli sono stati gli esposti dei cittadini che segnalavano disturbi causati da rumore, polvere e maleodoranze provenienti dalle attività di lavorazione inerti e conglomerati bituminosi presenti nello stabilimento.

I controlli effettuati dagli enti preposti hanno portato a diffide, revoche, ricorsi al TAR, controricorsi e infine a una sospensione della produzione di conglomerato bituminoso, subordinandone la ripresa alla messa a norma dell’impianto.

A quanto pare però non bastavano tutti i disagi che i cittadini hanno dovuto affrontare in questi anni perché adesso il proprietario dello stabilimento ha iniziato l’iter per una nuova attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi ovvero dedicare una zona dello stabilimento allo stoccaggio di materiali definiti non pericolosi, alcuni dei quali però con codici a specchio (per specifiche vedi nota del consulente QUI), da frantumare con un apposito frantoio installato a ridosso del fiume Sieve e del parco pubblico.

Questa attività si andrebbe ad aggiungere a quelle già esistenti (impianto di conglomerato bituminoso, impianto di frantumazione inerti e impianto di betonaggio), rendendo ancora più critica la convivenza tra residenti e attività produttiva.

Il paradosso è che molte delle abitazioni circostanti lo stabilimento sono state costruite dal proprietario dello stesso.

Infatti negli ultimi anni il contesto urbanistico circostante l’insediamento è profondamente mutato, tant’è che la ASL ha invitato il Comune di Scarperia e San Piero a una approfondita analisi in merito ai progetti di sviluppo territoriale cercando soluzioni logistiche che permettano la prosecuzione dell’attività dell’impianto produttivo ed al contempo garantiscano il benessere dei cittadini residenti nelle vicinanze dello stesso.

I cittadini, assisti dai loro consulenti ambientali con cui ormai collaborano da anni, hanno inviato le loro osservazioni a Regione e Comune, enti coinvolti nell’iter autorizzativo, nella speranza di arrivare a una soluzione che tuteli cittadini e imprese.

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